La vostra voce: "La verità nel sangue" di Fabia Romano

Buongiorno cari lettori, eccoci a un'altra tappa della rubrica "La vostra voce" , un'idea nata in collaborazione con il blog Un tè con la Palma, per dare voce e spazio ai vostri scritti.

Oggi vi parleremo di "La verità nel sangue" di Fabia Romano.






AUTORE: ROMANO FABIA
TITOLO: LA VERITA' NEL SANGUE
EDIZIONE: YOUCANPRINT NOV 019
GENERE: AVVENTURA-THRILLER-MISTERO
PAGINE: 168
PREZZO COPERTINA CARTACEO: €17,00 copertina morbida - illustrato a colori
PREZZO E-BOOK: € 0.99
PREZZO AUDIOLIBRO: € 2,99
LINK D'ACQUISTO: ebook; cartaceo;






[...In ginocchio davanti a quella che era la mia vita, mi ritrovo a chiedermi chi possa aver fatto tutto questo e perché. Cosa diavolo sta succedendo? Sono mesi che qualcuno mi sorveglia a distanza, ne sono certo, e ora questo scempio delle mie poche certezze. Qualcuno mi sta strappando le radici, una ad una, smantella diabolicamente i pochi riferimenti che sono riuscito a costruire con tanta fatica, terrorizza il mio presente con mezzi subdoli eppure per quanto mi sforzi non riesco ad immaginare alcuna valida motivazione per giustificare tutto questo accanimento, non visualizzo viso nemico alcuno. …] Cosa si nasconde in un passato perduto? Noel un antiquario quarantenne inaspettatamente deve fare i conti con le proprie origini. Si ritrova suo malgrado coinvolto in un thriller psicologico vorticoso, districandosi in un crescendo di situazioni scomode, tra misteri, cimeli antichi ed un labirintico maniero.





Ecco 𝟱 buoni 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿e il romanzo: 

1) Il romanzo, interamente ambientato in Italia, è un'avventura per adulti.
2) Il mistero da risolvere non è legato ad un cadavere.
3) Il libro, pur essendo autoconclusivo, è il capitolo 1 di una serie.
4) E' adatto a chi ama l'enigmistica, i tranelli ed i misteri, anche quelli dell'anima.
5) Il protagonista è un gran figo.







1.

Freddo, freddo che punge la pelle, entra nelle ossa, freddo che paralizza la testa e questo piccolo paese incastonato ai piedi del Viso. Cammino affondato nel cappotto fino alle orecchie, il berretto incastrato in testa e le mani nelle tasche in cerca di una parvenza di tepore che stenta a palesarsi. Il bar della tedesca non è lontano, pochi passi ancora ed ecco il caminetto, il
profumo di punch al rum e quelle labbra rosse che scaldano il cuore e la temperatura. Entro e il suo cinguettio mi investe: “Antichetto, aspettavo proprio te!” “Helga è Antiquario, An-ti-qua-rio! Come devo dirtelo?” “Antichetto suona meglio!” sorride civettuola. “Comunque questo lo ho tenuto da parte per te. ”Così mi passa un caffè fumante e una locandina con quelle sue belle mani chiare ed affusolate, sprecate per bicchieri sbeccati e vecchi topi da bar. Cerco di capire cosa ha tanto entusiasmato la bella sellerona datata, quando una voce affannata alle
mie spalle mi distrae: ”Noel, meno male che sei già qui, temevo che con questo gelo ti fossi chiuso nella tana”; istintivamente infilo nella tasca della giacca il foglietto dimenticandomi in fretta di quel gesto automatico.
“Buongiorno Aldo! Respira poi spiegami con calma perché sei entrato come uno Yeti impazzito e chiudi quella dannata porta che entrano i pinguini!”
Aldo Broglia Gancia, unico rampollo di un’antica famiglia nobiliare locale caduta in disgrazia. Fedele compagno di scorribande dai tempi dell’università, amico di sempre e socio in affari. Più appassionato di antichità viventi benestanti e senza eredi che di reliquie e mobilie pregiate. Portato decisamente per l’economia, la finanza e la vita mondana, continuamente in bolletta eppure sempre impeccabile, mai un capello fuori posto, all’ultima moda ad ogni costo, dalla testa ai piedi, mutande comprese. Sempre pacato, calmo al limite del bradipismo. Solitamente composto e imperturbabile eppure eccolo lì sconvolto, affannato, trafelato, incapace di formulare una frase di senso compiuto che emette suoni disarticolati a mitraglietta.
“Aldo, per l’amor d’iddio, calmati e ricomincia daccapo. Non ci sto capendo nulla!”
Dopo alcuni tentativi, rewind e un paio di bollenti moccaccini, riesco a inquadrare la questione. “Quindi vediamo se ho capito bene: la tua ultima amica, impiegata all’ufficio aste giudiziarie, ti ha passato una super dritta. Tra un paio di giorni scadono i termini per presentare il deposito della gara per “Villa Fantasma”.
Tu non hai il becco di un quattrino disponibile e vorresti che la comprassi io per te?”
“Detta così Noel, suona peggio di come l’avevo pensata, ma sì, il succo è questo. In fondo è solo per poco tempo, poi te la ricompro subito e ti ripago anche tutte le spese. Sono o non sono il tuo socio?”
“Di quanto stiamo parlando esattamente?” chiedo in cerca di un appiglio utile per rifiutare cortesemente senza intaccare il suo suscettibile animo. “La base è fissata a settantamila euro e la riduzione è di un quarto per l'offerta. Ti supplico, è uno di quei treni che passano solo una volta nella vita. Ti do la mia parola che non avrai motivo di pentirtene. Ti fidi di me?”
“Mmm fammici pensare!”
L'umore che già al risveglio non era dei più brillanti ormai mi è precipitato sotto le suole. Mi chiudo in un silenzio imbarazzante coadiuvato da un'espressione truce ed improvvisamente mi trovo terra bruciata attorno. Helga intuendo tempesta si è ritirata nel retro bottega, Aldo si è barricato tra i risultati di campionato dietro una Gazzetta sgualcita di tre giorni prima che
immagino conosca a memoria, mentre gli altri avventori non osano avvicinarsi e si limitano a timidi cenni di saluto. Trangugio quello che rimane dell'ultimo caffè mi alzo e vado ad aprir bottega, confidando in un miglioramento nell'andare della giornata.

2.

Se avessi dato seguito alle mie sensazioni, mi sarei risparmiato un sacco di guai invece quel pomeriggio, mentre sto sistemando delle stampe in magazzino, noto qualcosa spuntare dal taschino. La locandina, che Helga con tanta cura ha conservato per me, è la pubblicità della gara di triathlon amatoriale alla quale partecipiamo in coppia da anni e ciò ha di fatto eccitato
la matrona teutonica ma stranamente non è il programma ad incuriosirmi bensì la lista delle aste in scadenza a fondo pagina, con la foto di “Villa Fantasma” a dar bella mostra di sé. Penso che forse il cosmo mi stia parlando, che di fatto non si tratta di una grossa cifra e che forse potrei anche trovare dei pezzi di qualche interesse per il negozio. Dopo tutto il socio mi ha promesso che l’avrebbe ricomprata a breve.
Il mattino seguente controvoglia mi ritrovo a fissare l'imponente mole del comprensorio di giustizia. Un monumentale complesso figlio degli anni Novanta e della scia di tangentopoli edificato con lacrime, spinte e presenti. Intitolato per onore e per coscienza al magistrato Caccia, “uno con cui non ci si poteva parlare”, freddato una sera d'estate mentre portava a spasso il cane, la cui unica onta fu quella d'aver lasciato la scorta sul comodino, d'amare la propria terra ed il proprio lavoro più della propria vita o almeno questo fu quello che disse quel tale* che andammo ad ascoltare al casale Helga ed io. Con questi cupi pensieri che occupano le mie sinapsi mi addentro nel dedalo di corridoi tutti uguali fino a raggiungere la cancelleria per depositare i moduli, l’assegno di cauzione e la busta chiusa con l’offerta sperando in cuor mio di non aver fortuna.

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